“Bellissima, rispettosa del prezioso heritage e desiderabilissima!”, “The show blew my mind. Absolutely wonderful”, “Pura poesia” ma anche “This is just a boring and sad collection”, “C’è un certo Gucci in questo Valentino”, “Halloween”. La prima sfilata di Alessandro Michele alla guida di Valentino non ha lasciato indifferenti. Dopo lo show più atteso della stagione, allestito ieri durante la Paris fashion week, gli utenti in rete hanno commentato numerosi le proposte primavera/estate 2025 della maison romana. Ed è interessante notare i pareri contrastanti: non ci sono mezze misure, si passa da “Alessandro sei un patrimonio nazionale” a “He killed Valentino”**.
In una lettera condivisa online al termine della sfilata ‘Pavillon des Folies’, Michele riprende il dialogo con il pubblico e lo fa attraverso il linguaggio aulico a cui ci aveva abituato durante la sua direzione creativa da Gucci. “La bellezza può costituire un rimedio all’angoscia che si genera di fronte alla natura caduca e indeterminata del nostro destino. Un ancoraggio per navigare all’interno di quel «pavillon des folies» che chiamiamo vita. Tutt’altro che fugace e inconsistente, la bellezza è, infatti, in grado di produrre conforto e di accoglierci in un abbraccio che conserva il calore dei corpi”. Nel testo il designer cita, tra gli altri, Michel de Montaigne, Martin Heidegger e Théophile Gautier. Concetti di bellezza che il défilé co-ed interpreta attraverso una sapiente rielaborazione dell’archivio di Valentino Garavani, una rimodulazione contemporanea che guarda soprattutto agli anni ’70, epoca indubbiamente affine all’estetica di Michele. Balze, stampe, ricami, paillettes, pellicce, rouches, pizzi, fiocchi e pois. Il lessico massimalista che ha reso inconfondibile il tocco dello stilista capitolino è ampiamente rappresentato, proprio come nell’ampia cruise collection svelata a sorpresa lo scorso giugno. Il concept della location e l’ipnotica colonna sonora – “bisogna gioire, bisogna gioire” – confermano l’innato talento da storyteller di Michele. Allo stesso tempo però, come per le direzioni creative di John Galliano da Maison Margiela e Hedi Slimane, prima da Saint Laurent e poi da Celine, il peso autoriale di Michele prende talvolta il sopravvento sull’identità del brand. Inoltre, gli oltre 170 look della pre-collezione hanno in parte raffreddato l’effetto sorpresa che si riserva agli esordi in passerella. Tra i meriti di Michele c’è l’indubbia e rara capacità di vantare una community composta non solo di clienti fidelizzati ma anche di fan e amici fidati, in primis Jared Leto e Harry Styles accorsi ad applaudirlo, insieme a tanti altri, in front row.
Stamattina le vetrine del flagship store di Valentino in rue Saint-Honoré presentano per la prima volta la profonda rivoluzione stilistica apportata dal designer. Alessandro Michele riuscirà a replicare il successo commerciale che ha fatto lievitare il fatturato di Gucci? La sua influenza è ancora così preponderante nel sistema moda attuale? Se gli utenti dei social si dividono tra cuoricini e commenti piccati, tra chi decreta la fine del quiet luxury e chi invece rimpiange l’allure dell’ex direttore creativo Pierpaolo Piccioli, i buyer italiani contattati da Pambianconews hanno le idee molto chiare.
“Forse è proprio il ‘Padiglione della Follia’. Il pezzo musicale diceva che “bisogna gioire”, gioire al cambiamento che Valentino ha subito grazie ad Alessandro Michele. Quello di Alessandro è uno stile così preciso, identificativo della sua personalità che diventa una filosofia di vita. Una filosofia che ti riporta nel passato ma che diventa reale. La precisione maniacale delle uscite è il pieno risultato della fusione dello stile romantico di Valentino e della modernità di Alessandro. Look eclettici ricchi di storia della maison degli anni ’70 che solo un genio come lui poteva far rinascere nella maniera più moderna possibile”, dichiara Beppe Nugnes della boutique Nugnes di Trani.
“L’opera prima di Alessandro Michele da Valentino è la reinterpretazione di una donna di altri tempi in una chiave contemporanea: cappelli, collane e gioielli accompagnano in passerella una donna di gran classe sicura e decisa. Fiocchi, pizzi, piume e ricami tanto cari a Mr Valentino la fanno da padrone, il tutto in una cornice con luci soffuse ed un pavimento in vetro rotto quasi a significare la spaccatura che si vuol dare al passato. Che dire? Welcome back Alessandro!”, afferma entusiasta Gabriele Pancheri di G&B. “Alessandro Michele al suo massimo dell’espressione, forte della sua cultura filologica e dell’enorme bagaglio dato dagli archivi storici della maison. Un massimalismo volutamente in controtendenza rispetto ai tempi che sembra quasi una follia. Affermare la propria identità sulla rovina non è forse la massima espressione di attaccamento alla vita?”, si chiede Daniela Kraler degli store Franz Kraler.
“Sono una sostenitrice di Alessandro a oltranza, credo che lui sia talmente geniale che riuscirà a portare Valentino molto in alto! Collezione bella, speciale, creativa ! L’unica perplessità è capire se il cliente finale è pronto ad accogliere questo cambiamento. Io farò di tutto per veicolarlo con il mio entusiasmo”, dichiara Flavia Magnoli del varesino Base Blu. “Alessandro Michele è un genio, in un momento in cui tutti stanno puntando sul lato commerciale del prodotto lui non ha fatto altro che estrapolare dall’archivio di Valentino il suo fascino, ciò che la gente vuole: la verità di uno stilista. Valentino è charme, sciccheria, eleganza e lui ha saputo interpretarne il dna nel migliore dei modi”, riflette Michele Franzese degli omonimi shop napoletani.
“La sfilata mi è piaciuta moltissimo, tra le più belle e interessanti che ho visto recentemente. Certamente un bellissimo passo avanti, di reinterpretazione del dna di Valentino, di riportare la storia della maison in modo moderno, alla Alessandro Michele. Credo che le nostre clienti vogliano qualcosa di nuovo e di nuovo finora abbiamo visto poco; ho apprezzato il grande rispetto per la tradizione della maison”, spiega Federico Giglio di Giglio.
Andrea Panconesi di LuisaViaRoma sintetizza: “Grande personalità, molto lavoro, perfetto connubio tra la creatività di Alessandro Michele e storia di Valentino”. “Interpretazione esemplare quella di Alessandro Michele per Valentino”, concorda Luigi D’Aniello delle boutique campane D’Aniello.