Milano Fashion Week

La Milano Fashion Week fa il pieno di applausi

 

Da Moncler a Gucci, Milano alza la posta in gioco e propone una settimana della moda con eventi dal successo planetario. E fa il pieno di applausi.

Nel gioco degli opposti che si assomigliano, delle grandi star internazionali che entrano nella bottega di uno dei marchi più chiacchierati di sempre per curarne l’estetica di una primavera/estate 2023 più audace del solito; spettacoli a cielo aperto che rendono il fashion biz più democratico: insomma, Milano caput mundi del glamour e della creatività.

Domenico Dolce e Stefano Gabbana affidano a Kim Kardashian la cura della collezione primavera/estate 2023. L’influencer più chiacchierata di sempre ha selezionato venti abiti che hanno scritto la storia del marchio lungo un ventennio di attività, dal 1987 al 2007. Esercizio non semplice ma che ha dato i suoi frutti dimostrando che un abito può essere destinato a raccontare le evoluzioni estetiche di una società solo se riesce ad anticipare i tempi. La spring/summer collection di Dolce&Gabbana richiama tutti gli elementi estetici della maison: dalle guêpières ai tailleur in stile Nineties così come il jeans strappati e il piumino con piume di struzzi.

Al contrario, Prada continua il processo di sottrazione con il suo radicale minimalismo che riduce ai minimi termini tagli e dettagli. “Gli abiti ruotano intorno al concetto di semplicità, senza inutili complicazioni” ,

racconta Miuccia Prada che insieme al co-direttore creativo Raf Simons fa sapere che non c’è spazio per il superfluo. Al concetto di minimalismo si spalleggia quello di brutalismo con un “non finito” che abbraccia il pensiero michelangelesco e che si ribella al concetto della pura perfezione. La collezione Prada primavera/estate 2023 vede anche l’impegno del regista Nicolas Winding Refn che ha diretto la pellicola Drive. Dice la nota: “la collezione esplora l’interrelazione tra la sfera del non lavorato e del sensuale, tra la delicatezza e la ruvidezza, creando un’emulsione di contrasti” e conclude, Miuccia: “c’è un senso della vita delle donne. I capi prendono forma dalle esperienze e dall’umanità – non si tratta di ornamenti superficiali, ma di tracce di vita che lasciano dei segni. Quello che ci entusiasma è proprio l’idea che gli abiti siano plasmati dall’umanità”.

Molto chiacchierata è stata la sfilata evento di Gucci che ha portato in passerella ben sessantotto coppie di gemelli in una doppia narrazione tra quello che siamo e ciò che potremmo essere. La città (immaginaria) deputata è Twinsburg: un luogo/non luogo che ha il merito di raccontare lo sdoppiamento, ovvero il doppio ruolo che interpretiamo in questa società complessa.

Alessandro Michele torna nel suo passato, nei ricordi di bambino; tornano a farsi vivi i momenti vissuti con sua madre Eralda e la zia Giuliana, che per lui è stata come una seconda madre. Le due donne, sorelle gemelle, l’hanno indotto in una fascinazione del doppio cogliendo, come da lui sostenuto: “un’aura di bellezza, così familiare e potente. La collezione primavera/estate 2023 di Gucci vede il dualismo genderless spendersi su giacche da donna che diventano corazze e giubbotti maschile che splendono attraverso la pelle decorata da paillettes. Le volumetrie dei trench si esasperano fino all’estremo e le casacche diventano giacche maschili da abbinare ai bermuda.

Un po’ dark, un po’ eterea è, invece, la donna disegnata da Donatella Versace per la sua spring/summer 2023. Borchie e pelle sono indossate da donne intelligenti e sicure di sé. Questo è quanto racconta Donatella dopo la sfilata appena presentata durante la Milano Fashion Week. Per lei sfilano le top model più richieste del momento come Irina Shayk e Bella Hadid che interpretano magistralmente, in passerella, la dark woman di Versace. L’empowerment femminile è un percorso a ritroso negli anni Ottanta e Novanta della griffe con apice di edonismo estremo. La sua dea gotica veste total black ma osa anche toni del purple. Spacchi audaci e tessuti second skin per aderenze totali. Nell’immaginario sensuale di Versace l’ispirazione gotica non solo è sensuale ma è anche romantica.

Debutto in passerella da Etro per il messinese Marco De Vincenzo. Lo stilista rinuncia a portare avanti l’heritage esotico del marchio puntando a stabilire una connessione con la Generazione Z. “Io – dice – non sono un designer che si forza, mi è venuto spontaneo cercare un punto di vista nuovo“. De Vincenzo ha affermato, infatti, di non aver studiato approfonditamente gli archivi della griffe, credendo di dare nuovo slancio stilistico a Etro attraverso una sua visione. In passerella è un susseguirsi di crop top più rilassati e jacquard su denim. Con Marco, inoltre, ritorna una vecchia tendenza dei primi anni Duemila, la sovrapposizione di t-shirt e abiti. Della sua visione estetica De Vincenzo porta in Etro il degradé su maglia traforata.

Altro esordio a Milano per il 27enne Maximilian Davis da Ferragamo. Lo stilista si ispira ai primi anni di attività della griffe, prepotentemente alla conquista di Hollywood. La collezione primavera/estate 2023, presentata presso l’ex Seminario Arcivescovile di Milano, fonde la semplicità contemporanea con la purezza del drappeggio fiorentino. Minimalismo dal fascino raffinato, in una palette di colore decisa ed esplosiva. “Ho voluto rendere omaggio all’inizio del percorso di Salvatore portando al centro della scena la cultura di Hollywood, della nuova Hollywood. La sua sensualità e la sua semplicità, i suoi tramonti e le sue albe”, ha affermato Davis.

Il guardaroba della spring/summer 2023 firmata Ferragamo rivaluta le linee anni Ottanta dando nuova interpretazione alle camicie e ai tuxedo, con linee meno nette e tessuti, come l’organza, più glamour. “

Ho esaminato l’archivio e ho scelto ciò che poteva essere ridefinito per diventare rilevante nel presente”.

Più rilassata è la collezione primavera/estate 2023 proposta dalla griffe della doppia F. Kim Jones, attuale direttore creativo di Fendi, rende omaggio a Karl Lagerfeld puntando a valorizzare il logo che il kaiser disegnò nel 2000. Jones fa un’incursione negli archivi scovando, nel tema floreale, un patrimonio da rivalutare. Anche la celeberrima Baguette, che durante la New York Fashion Week è stata celebrata con un mega evento nella Grande Mela, trova spazio in passerella. Ma a Milano si celebra la Peekaboo: “In Fendi, penso costantemente alla praticità oltre che al lusso […] Aggiungere hardware in metallo a un accessorio molto morbido gli conferisce funzionalità reale e lo rende interessante”. Il mood della collezione richiama le tendenze anni Ottanta e Novanta fondate sul minimalismo. Torna in passerella anche il tablier, un abito francese ispirato dal grembiule utilizzato in cucina dalle massaie. 

Sfilata-evento per Moncler di Remo Ruffini, che illumina Piazza del Duomo di Milano con uno spettacolo in omaggio ai settant’anni dalla sua fondazione. Un compleanno suggellato da una serie di show che hanno manifestato l’epopea del marchio leader nello streetwear. 1952 non è solo l’anno in cui la griffe è stata fondata a Monestier de Clermont (Moncler deriva dalle prime iniziali del paese) come piccola realtà di produzione articoli d’abbigliamento per uso tecnico ma anche il numero di modelli, artisti e performer che si sono avvicendati sul palcoscenico che sarà riproposto, poi, in settanta nuovi show in tutto il mondo. In piazza si esibisce la prima ballerina del Teatro alla Scala di Milano Virna Toppi, che lascia poi lo spazio a un cast nutrito di artisti che ha dipinto di bianco lo spazio antistante al Duomo vestendo l’iconico piumino Maya.

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