Parigi Fashion Week

Parigi chiude il sipario lungo mese delle sfilate dedicate alle collezioni primavera/estate 2023 conservando il suo primato come capitale della moda universale. Accanto ai grandi nomi del fashion system, si affiancano le giovani proposte; e sotto la Torre Eiffel, si chiude una spettacolare stagione che preserva l’heritage delle storiche maison che guardano attentamente al futuro.

Maria Grazia Chiuri per Dior fa un’incursione nel Rinascimento francese attualizzando, così, i grandi panier. La stilista di origini salentine si ispira alle donne di potere del Cinquecento con particolare attenzione a Caterina de Medici. I vestiti sono scolpiti alla perfezione. Gli abiti in crinolina si impreziosiscono di inserti in pizzo e motivi ricamati; i fiori germogliano sulle cappe dal fascino bucolico con stampe di violette dallo stile vintage. Il cappotto in rafia è ricamato con motivi esotici che derivano da Tassarini et Chantel di Lelièvre, attingendo al design del XIX secolo. La silhouette corsettata incontra, poi, l’ossessione per l’astrologia di monsieur Christian Dior, che legò parte della sua vita alla lettura degli astri. La natura superstiziosa del dittatore garbato della moda (come venne definito Dior) si legge nell’abito stampato con immagini zodiacali. Maria Grazia, infine, continua la sua collaborazione con Le Costantine, la fondazione idruntina che promuove l’arte del ricamo e che per la maison francese, dopo la collaborazione per la sfilata Haute Couture 2020, torna in passerella con un secchiello realizzato con la tecnica del fiocco leccese dove i punti del disegno sono riportati a rilievo uno a uno.

Pierpaolo Piccioli punta sulla logomania per la collezione spring/summer 2023. Lo stilista nettunese continua il suo percorso sull’evoluzione estetica del marchio Valentino, determinando la nascita di uno stile propriamente più moderno e meno legato all’heritage glamour imposto da Garavani. Le silhouette si allungano all’estremo, il capo accarezza il corpo. Bodysuits, abiti, mantelle, blazer si fondono con il corpo in una gomma di toni che si diluisce con l’incarnato per dare vita a capi senza cuciture. Il nuovo capitolo della Maison si scrive nel logo che diventa storia. Assume a pieno titolo, così, un nuovo significato con la stampa Toile Iconographe. Una parte dello show, poi, è riservato ad abiti più leziosi con tocchi di lice, piume svolazzanti che lasciano scoperta la schiena per una sensualità che non conosce limitazioni. Le forme, così, diventano pure e inneggiano alla voglia di libertà che è dentro ognuno di noi.

Anthony Vaccarello, a differenza dei suoi colleghi, va controcorrente dedicando la sua stagione estiva 2023 a una donna più agée. “Una donna più grande? Sicuramente non più una teenager. D'altronde anche io sono cresciuto”, afferma al termine della sfilata parigina di Yves Saint Laurent. Tutti i codici estetici della griffe, a partire dall’heritage esotico, sono stati sviluppati con maturità. Le linee si affusolano e si allungano dando una svolta iper glam ai mitici anni Ottanta. Tornando a sfilare ai piedi della Torre Eiffel, Vaccarello propone in passerella abiti leggeri in maglia semitrasparente, second skin. I cappotti si esasperano nelle volumetrie: le spalle si accentuano, la lunghezza si totalizza. Lo stilista, per la sua collezione primavera/estate 2023 si ispira alla leggendaria coreografa Martha Graham nella sua performance migliore del 1930, Lamentation: abiti fascianti ma che non limitano assolutamente i movimenti, realizzati in maglia stretch.

Olivier Rousteing si lascia ispirare dalle linee di Alexander McQueen: uno stilista tanto grandioso nella sua arte sartoriale quanto tormento nella vita a causa di un’infanzia negata e delle violenze subite. Balmain propone una donna estremamente audace. Uno spettacolo che ha catalizzato l’attenzione du si sé grazie anche a un’imprevista (ma studiata) incursione dell’idolo della musica pop-dance degli anni Ottanta, Cher, che ha intonato la sua hit Strong Enough per il piacere degli ospiti seduti nel front row. L’esercizio stilistico di Rousteing per la spring/summer 2023, appare un prolungamento della collezione Haute Couture della maison fondata nel 1954. Una linea complessa, silhouette strutturate, abiti materici e tridimensionali; sovrapposizioni, intrecci e plissé che si annoda per creare inediti e interessanti dettagli su giacche tailleur gender fluid.

Nicolas Ghesquière, direttore creativo di Louis Vuitton, propone una collezione primavera/estate 2023 dai volumi esasperati. I dettagli diventano estremi, accessori da indossare. La zip, in questa ottica, chiude imbottiture; i maxi bottoni sormontano un cappottino in pelle lucida, dallo stile anni Novanta. Lo stilista gioca sulle proporzioni anche sull’allestimento della scenografia, accolta nei meandri del Louvre. A supportare la sua idea, l'artista contemporaneo Philippe Parreno e il production designer James Chinlund che hanno realizzato un monster-flower: un grande fiore rosso che simboleggia la grandiosità ottenuto lavorando lembi di stoffa a forma di vela. “L'infinitamente grande e l'infinitamente piccolo si uniscono sulle sagome, invitando a un secondo sguardo”, si legge nella nota ufficiale fatta diramare dalla griffe. Nicholas, dunque, enfatizza sulle misure e per lui, è evidente, non ce ne sono di mezze.

Balenciaga spring/summer 2023, ovvero gli abiti come stati d’animo. Demna Gvasalia, direttore creativo della griffe, sceglie l’immagine come strumento di comunicazione primordiale dello show. “La moda è un’arte visiva e tutto ciò di cui abbiamo bisogno è che possa essere vista attraverso gli occhi di qualcuno”, ha affermato. Il fashion designer, dunque, depura la sua collezione dai dogmi classici imposti dal fashion system scegliendo, accuratamente, un nuovo strumento per “fare moda”, in controtendenza con lo status attuale. “L’individualismo nella moda – continua - è stato declassato agli pseudo-trend dettati dai post della celebrità del momento ma la moda, nel migliore dei casi, non dovrebbe avere bisogno di una storia per essere venduta a qualcuno”. Lo show è una fanghiglia dove rinascere senza etichette. L’esempio più evidente è il corsetto steccato, indossato dall’uomo come una semplice canotta da portare su jeans effetto used. Torna, inoltre, anche la vita bassa: il capo che ha fatto tendenza negli anni Novanta, inizio anni Duemila. Il nuovo corso di Balenciaga è un Error 404: un progetto ancora in fase di caricamento.

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